iFerr-76 - Anno 2020

33 La comunicazione? È la benzina nel motore dei ricavi aziende che sono state duramente colpite dalla situazione: rimaste destabilizzate non sono riuscite a elaborare il tipo di messaggio da diffondere. Parliamo, per esempio, del mondo del turismo, del lusso, della grande distribuzione diversa dal Food & Beverage. Queste industry hanno dovuto pensare a loro stesse, innanzi tutto. Altre invece, pur avendo la volontà di comunicare non avevano la creatività giusta e crearne una nuova non era affatto semplice, soprattutto durante il lockdown. In generale poi c’è da dire che la comunicazione è un tema di cultura. Non tutti ce l’hanno o ritengono che sia così fondamentale. Invece è la benzina nel motore dei ricavi. Ci sono business che sembrano procedere bene senza. Ma quanto potrebbero crescere ulteriormente se comunicassero? Chi non lo fa, perde semplicemente delle occasioni . Un altro concetto chiave è l’importanza di affidarsi ai professionisti: la comunicazione non si improvvisa ma è una scienza che bisogna conoscere. iFerr: Avete messo a punto delle iniziative commerciali specifiche per sostenere le piccole medie imprese? F.S.: Ne abbiamo fatte tantissime verticali sulle diverse industry, facendo delle proposte mirate e cucite addosso a ciascuna realtà. Abbiamo studiato dei pacchetti più agili, entry level, così da consentire alle aziende di verificare il ROI, ossia il ritorno che ha nel momento in cui si muove la leva della comunicazione. Attenzione però, un conto è andare incontro alle esigenze dei clienti e un altro è depauperare il valore della comunicazione stessa. Non bisogna farlo . Dal punto di vista dei temi a livello macro ne abbiamo individuati due: in primis, quello del rilancio economico del Paese e poi quello delle qualità del Made in Italy, un volano che andremo a cavalcare in autunno. iFerr: Che effetti ha avuto la pandemia sul settore degli eventi? E sulla cultura? F.S.: Dobbiamo partire dal presupposto che il comparto degli eventi tout court – sia di intrattenimento sia di informazione – è una industry significativa a livello di Pil per il nostro Paese perché muove circa 3 miliardi di euro all’anno . L’emergenza sanitaria ha bloccato parzialmente questo mondo. Parzialmente perché se da una parte l’intrattenimento è entrato in grave difficoltà, l’informazione invece ha potuto beneficiare dell’apporto tecnologico delle piattaforme digitali che hanno consentito la fruizione di format di natura editoriale. In questo senso la situazione di emergenza ha regalato nuove occasioni e maggiore consapevolezza. In futuro ci sarà sempre più integrazione fra il fisico e il digitale. Abbiamo imparato che per ogni criticità si genera anche un’opportunità . Solo che va colta. Per quanto riguarda la cultura il comparto è in grandissima difficoltà. Tutto si è fermato e non poteva che essere così per garantire la sicurezza. Affinché possa ripartire ci vogliono due condizioni: che finisca il contingentamento e che la pubblica amministrazione si muova per dare un supporto concreto al settore. F ederico S ilvestri

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