iFerr-88 - Anno 2021

44 Gennaro Cubuzio, che lavora per la Capaldo S.p.A. dal 1990, preferisce dire che i suoi dettaglianti sono collaboratori e, ancor prima, persone. Napoletano Doc è sempre “on the road” per raggiungere la sua zona di competenza: la Basilicata. iFerr: Partiamo dalla sua storia personale. Come è diventato un agente? Quali sono stati i suoi lavori precedenti? Gennaro Cubuzio: Frequentavo il terzo anno di istituto tecnico superiore quando mio padre ebbe un incidente sul lavoro e dovetti interrompere gli studi per aiutare i miei. Ho fatto un po’ di tutto, dall’occuparmi dell’illuminazione del cimitero alla vendita porta a porta. Poi mio zio Pasquale Fortunato, ex agente della mitica Morassutti, mi diede l’opportunità di un impiego come commesso in un negozio di ferramenta . Due anni dopo mio zio si è ritrovato con altri suoi colleghi a costituire una società avente a oggetto il commercio all’ingrosso di ferramenta e mi prese con sé. Mi ritrovai catapultato nello sconosciuto mondo della rappresentanza che affrontai con l’incoscienza e la temerarietà dei miei venti anni. Nel 1990 conobbi Enrico Auda (Sales Manager di A. Capaldo S.p.A, ndr) che, apprezzando le mie seppur ancora acerbe qualità, mi volle fortemente nella squadra presentandomi il presidente Giampaolo Capaldo. Iniziai così a lavorare per questa azienda senza lasciarla mai più. Sono molto onorato di farne parte. È una realtà importante che investe sempre sulle proprie strutture e sul team di lavoro. iFerr: Qual è la zona in cui opera? Che caratteristiche ha questo territorio? G.C.: Vivo a Napoli ma per la Capaldo S.p.A. mi occupo della Basilicata , terra povera di importanti vie di comunicazione, stretta tra i colossi Campania, Puglia e Calabria. Piccola per densità demografica, è popolata di gente ostinata e attaccata alle proprie tradizioni che cerca di crearsi ogni giorno un futuro migliore. Il paese più vicino della mia zona di competenza è a 200 chilometri da casa mia . Per forza di cose quindi devo ottimizzare i miei spostamenti ma la voglia di socializzare, di relazionarmi, di assorbire positività per poi restituirla moltiplicata per dieci, fanno sì che il mio continuo vagabondare diventi ogni volta una sorta di riedizione moderna di “on the road” di Jack Kerouac... iFerr: Che rapporto ha con i suoi clienti? G.C.: Rinnovo ogni giorno la magia di essere l’unico agente di commercio senza clienti. Niente clienti. Solo persone! Persone con cui collaborare. I risultati positivi ottenuti in continuo incremento confortano la mia scelta di lavoro e di vita. In sostanza il business, il fatturato, a cui comunque tutti noi ambiamo, è diventato una conseguenza del mio atteggiamento e non l’unico mero obiettivo. Negli anni abbiamo superato insieme il terremoto del 1980, quello del passaggio da lira a euro e ora sempre fianco a fianco stiamo affrontando questa pandemia. iFerr: In questo settore ci sono molti grandi grossisti. Come vive il clima competitivo che si può creare? G.C.: Nutro profondo rispetto per le aziende nostre concorrenti e i loro rappresentanti. Anzi, sono felice che esista un parterre così vasto di attori protagonisti del settore. Il lavoro così è molto più stimolante e induce sempre a progredire. iCommerciali L’agente senza CLIENTI

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