iFerr-70 - Anno 2020
31 Sotto il segno della Sicilia organizzati al meglio per distribuire nei tempi e modi giusti in tutta la Sicilia e in Calabria. iFerr: Quali sono le specificità del mercato siciliano? M.T: La Sicilia è una regione molto vasta e ci sono differenze sostanziali tra una zona e l’altra anche all’interno della stessa provincia. È un po’ come se ci fossero più mercati della ferramenta diversi con le proprie logiche ed esigenze. Ci sono zone in cui il negozio di ferramenta di piccole dimensioni sta soffrendo a causa della vicinanza di grossi centri commerciali: è il caso, ad esempio, del Catanese e di Palermo città. Qui i punti vendita che sopravvivono sono quelli che riescono ad evolversi e a dare un servizio al cliente più mirato, sono quelli che si offrono come consulenti alla vendita. Ci sono, invece, le zone interne dove la classica ferramenta resiste. In generale il canale tradizionale in Sicilia è ancora molto forte ma non può più rimandare il momento dell’ ammodernamento, perché è il solo modo di tenere il passo con tutta una serie di cambiamenti anche digitali come l’e-commerce, chi accetta la sfida e cambia riesce ancora a fare numeri interessanti. Altra realtà è invece quella dei punti vendita completamente isolati che si trovano nei paesini dell’entroterra dove non si hanno concorrenti particolari e che quindi possono permettersi di puntare ancora sulla prossimità e rimandare il tema dell’evoluzione. Inoltre non bisogna sottovalutare il ricambio generazionale: in alcuni casi i giovani sostituiscono le vecchie generazioni con passione e riescono a fare il salto perché più propensi ad interessarsi a tutta la parte digitale. In altri casi la ferramenta chiude perché non c’è questo passaggio e quando cominciano a perdere fatturato per un periodo più lungo non c’è più nemmeno la convenienza di tenere aperto il punto vendita. Il segreto insomma è diversificare l’offerta, mediare tra tradizione e innovazione, offrire consulenza e prossimità ma nello stesso tempo essere presente sul canale digitale. iFerr: La ferramenta insomma deve trasformarsi e il distributore? M.T: Anche il nostro mestiere è cambiato totalmente, una volta si lavorava con i prestagionali, il cliente comprava tanto perché ci teneva ad avere il magazzino sempre rifornito. Oggi il cliente si appoggia al magazzino del distributore perché non avendo più la forza e la liquidità e avendo aumentato in modo smisurato il numero di referenze rispetto ad una volta ha bisogno di avere spesso ricambio di magazzino. Non tiene più grosse quantità di un articolo in negozio e lo ordina in quantità minime o sul venduto. Per noi questo vuol dire lavorare in modo molto veloce, non gestiamo più consegne mensili, ma consegniamo anche 4-5 volte durante lo stesso mese con tempistiche che vanno dalle 24 alle 48 ore al massimo. In questo momento ci stiamo organizzando per migliorare la risposta a questa esigenza. M arcello T aormina
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjY4ODQx