iFerr 77 - Anno 2020
52 di un’ iniezione di fiducia, di una visione del futuro che riporti tutti a spendere con serenità . Perché se la liquidità verrà distribuita con incentivi governativi, ma continuerà la paura dell’ignoto, è molto difficile che venga reinvestita. iFerr: Cosa si augura per il futuro del mercato? G.I.: Il mondo della security da questa emergenza, se si muoverà nella maniera corretta e lo farà nel più tempo breve tempo possibile, potrà cogliere anche un’opportunità. Avrete notato come per la prima volta, durante i telegiornali, siano emersi quotidianamente temi come la gestione della crisi, le procedure di intervento, la resilienza, i piani di prevenzione . Sono concetti con cui il mondo della sicurezza ha a che fare tutti i giorni, ma che spesso tutti gli altri settori trascurano, per paura dei costi che possono comportare. Da qui nasce l’opportunità per i professionisti del nostro mondo, che possono diventare veri e propri interlocutori di riferimento di tutti i comparti produttivi ed economici, in una logica che diventa win-win. Se è vero che le tecnologie di sicurezza sono diventate abilitanti durante l’emergenza, è altrettanto vero che esse stesse sono state abilitate dall’emergenza. Si tratta infatti di soluzioni che esistevano già a livello ingegneristico – basti pensare ai termoscanner o ai sistemi di gestione dei flussi - ma che in un certo qual modo sono state sdoganate, anche in ottica di GDPR, dall’attuale situazione. La capacità dei produttori di comunicare le tecnologie esistenti e soprattutto di customizzarle per rispondere all’emergenza può rappresentare una importante opportunità di business. L’altra opportunità nasce invece dal fatto che finalmente si comincia a pensare che, per quanto la sicurezza sia ritenuta un costo , la “non sicurezza” può comportare un costo maggiore . Insomma, c’è l’opportunità di fare un salto culturale . Mettersi in F ocus iFerr: Quale è stato l’impatto del Covid-19 sul comparto? G.I.: Per nostra fortuna, l’emergenza Covid ha avuto sul mercato della sicurezza un impatto meno devastante che su tanti altri. Ritengo si possano dividere i settori in due tipologie: quelli in cui una fetta importante di fatturato purtroppo è andata persa e quelli in cui non si può parlare di perdita, ma di blocco, e la security è, fortunatamente, tra questi . Semplificando, un ristoratore che non ha visto clienti per due mesi, non potrà recuperare tutto quello che ha perso durante la chiusura, mentre un cantiere che si è fermato per la pandemia ora è ripartito e la vera sfida è recuperare il tempo perso. Di sicuro la situazione non è a impatto zero, perché la ripresa stessa prevede una serie di problemi anche per chi, come noi, sta riprendendo. Prima di tutto il problema logistico, perché gestire le risorse e il personale per far ripartire tutto insieme quello che è restato bloccato non è semplice . La seconda problematica è legata alla natura stessa dell’attuale situazione economica, dove tutto è interconnesso. Per quanto la crisi possa avere in parte risparmiato le nostre aziende, in alcuni casi non ha risparmiato i loro clienti, per cui bisogna fare i conti con un effetto domino non certo indolore. Infine, bisogna considerare il sentimento generale. Sempre di più si sente parlare di emergenza liquidità . Ma il problema vero non è solo la liquidità, ma anche la necessità
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