iFerr-80 - Anno 2021

66 iLegal D iritto d’autore riguarda il contenuto dell’opera, ma la sua forma espressiva, e il diritto d’autore protegge soltanto quest’ultima, non l’idea in essa contenuta. Anche la novità si riferisce alla forma espressiva, quest’ultima cioè deve essere diversa dalle altre forme espressive delle altre opere dell’ingegno che pure trattano dello stesso argomento. La diversità attiene al modo concreto in cui è realizzata l’opera e non si richiede, come chiarito dalla giurisprudenza, per aversi creatività, l’originalità e la novità assoluta. LA TUTELA DEL PROGETTO DI ALLESTIMENTO Questa importante svolta della sentenza dalla Corte di Cassazione, che certamente adegua la normativa alle attuali prassi di allestimento, soprattutto di brand di carattere nazionale e internazionale, attribuisce all’imprenditore (all’azienda) il godimento esclusivo non solo della paternità dell’allestimento, ma anche l’esclusività dei diritti di sfruttamento economico. Il tema del Concept Store risale al Rinascimento, con l’inizio della vendita al dettaglio quando il commerciante, orgoglioso dei propri prodotti, trovava il modo di esporre la merce all’interno della bottega, per promuoverla ed attirare il cliente. Sono sotto gli occhi di tutti invece le grandi installazioni commerciali odierne funzionali alla promozione dei loro prodotti dei grandi brand o anche dei centri commerciali . Con la sentenza n. 8433 del 30 aprile 2020, dunque la Corte di Cassazione si è espressa a favore della tutelabilità di un progetto o di un’opera di arredamento di interni ai sensi dell’art. 2, n. 5, Legge 633/1941 sul diritto d’autore. Tale articolo infatti ricomprende nella protezione del diritto d’autore “i disegni e le opere dell’architettura”. La Corte di Cassazione si è espressa sul caso Kiko/ Wycon con la sentenza n. 8433 del 30 aprile 2020 . In particolare, in merito alla tutela autorale delle opere di arredamento di interni di un negozio, la Cassazione si è espressa in senso conforme ai giudici d’appello. La Suprema Corte, infatti, ha affermato che “un progetto o un’opera di arredamento di interni, nel quale ricorra una progettazione unitaria, con l’adozione di uno schema in sé definito e visivamente apprezzabile, che riveli una chiara “chiave stilistica“, di componenti organizzate e coordinate per rendere l’ambiente funzionale ed armonico, ovvero l’impronta personale dell’autore, è proteggibile quale opera dell’architettura, ai sensi dell’art. 5, n. 2, L.A.” Per essere tutelabile, il progetto o l’opera di architettura d’interni deve essere sempre identificabile e riconoscibile sul piano dell’espressione formale come opera unitaria d’autore, per effetto di precise scelte di composizione d’insieme degli elementi (ad esempio: colore delle pareti, particolari effetti nell’illuminazione, ripetizione costante di elementi decorativi, impiego di determinati materiali, dimensioni e proporzioni). Ai fini della tutela autorale non rileva invece il requisito dell’inscindibile incorporazione degli elementi di arredo con l’immobile o il fatto che i singoli elementi siano o meno semplici ovvero comuni e già utilizzati nel settore dell’arredamento di interni, purché si tratti di un risultato di combinazione originale, non imposto dalla volontà di dare soluzione ad un problema tecnico-funzionale da parte dell’autore. La Cassazione ha fatto inoltre applicazione del principio recentemente affermato dalla Corte di Giustizia Europea nella sentenza Cofemel (C-683/17), secondo il quale la protezione riservata ai disegni e modelli e quella assicurata dal diritto d’autore possono cumularsi qualora l’opera registrata come disegno o modello rifletta la personalità e la creatività del suo autore e la sua realizzazione non sia stata frutto di considerazioni di carattere tecnico, di regole o altri vincoli che non lasciano margine per la libertà creativa. IL CASO KIKO/WYCON

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