iFerr-88 - Anno 2021

di fortuna e il cuore gonfio di speranza . Per fortuna ci aveva visto lungo e nel giro di pochi giorni rivende le lime e recupera i soldi che gli serviranno a ripartire. E riparte alla grande grazie al boom economico di quegli anni. Nell’assortimento compaiono i primi articoli casalinghi che il mercato del tempo richiedeva come le cucine economiche. La ferramenta Briatore diventa un riferimento importante in città e resta aperta anche oltre l’orario . La casa, infatti, è proprio sopra il negozio e a tutte le ore i clienti suonano per essere serviti ”. La figlia di Giovanni (III), professoressa di educazione artistica, si sposa nel 1977 con Piergiorgio Leonti , che due anni dopo inizierà a lavorare in ferramenta con il suocero. Nel 1991 tocca a Piergiorgio prendere in mano l’attività di famiglia. In questi anni sotto la sua guida il negozio si specializza nella duplicazione delle chiavi, da quelle tradizionali fino a quelle di ultima generazione dotate di microchip , negli articoli casalinghi più ricercati, fino alla duplicazione dei radiocomandi; il tutto senza mai tralasciare l’attività principale della ferramenta. Amplia anche il settore casalinghi vendendo padelle in rame stagnato realizzate a mano da piccoli artigiani di Brescia e una linea di padelle Ballarini. “ Mio padre ha portato avanti il negozio brillantemente fino al 2015 superando le ondate di crisi di quegli anni ”, prosegue Ugo. “ Poi decide di andare in pensione. Io in quel 64 i Story Ferramenta F erramenta B riatore s nonno aveva allora 15 anni e tutto l’onere della gestione ricade su sua moglie Adelaide Bessone , che per mantenere la famiglia si tira su le maniche e porta avanti la ferramenta. Finché il timone passa a nonno Giovanni (III) appena compiuti 21 anni di età ”. Intanto in Europa si accendono i fuochi della Seconda Guerra Mondiale. La ferramenta chiude i battenti ma Giovanni (III) non parte per il fronte , sia per motivi di salute sia perché figlio unico di una donna vedova. Si fa la fame, ma un escamotage per sopravvivere è quello di scambiare con i contadini la merce del negozio con del cibo . Alla fine del conflitto il negozio è drammaticamente vuoto. Bisogna ricominciare da capo. “ A questo punto mio nonno racimola tutti i risparmi che ha e parte con il treno per Torino dove si trovavano i suoi grossisti di riferimento ”, continua Ugo. “ Da loro trova una scatola di lime svedesi, molto richieste. Giovanni (III) spende fino all’ultima lira per acquistarla e ritorna a casa con mezzi

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