iFerr-92 - Anno 2022

33 Nel nome della ceramica italiana consumatori di fattori quali l’igienicità, la salubrità, la durevolezza, la facilità di pulizia, l’assenza di emissioni nocive, tra gli altri. iFerr: Nel 2022 la bolletta energetica ha avuto degli aumenti a tre cifre percentuali. Come sta reagendo il comparto? Cosa potrà accadere e cosa chiede Confindustria Ceramica al Governo? G.S.: La priorità dell’industria ceramica italiana era e rimane quella di garantire al mercato la fornitura dei nostri prodotti, anche se gli attuali livelli di costo dell’energia e le difficoltà di reperimento delle materie prime provenienti dall’Ucraina potrebbero costringere le imprese nel medio termine a fermare temporaneamente la produzione. Abbiamo spostato a gennaio la tradizionale manutenzione natalizia degli impianti mentre alcune aziende hanno fatto ricorso alla cassa integrazione: in entrambi i casi le imprese sono rimaste operative, attingendo da prodotti a magazzino. I rialzi a tre cifre nel costo dell’energia hanno portato molte aziende ad eseguire negli ultimi mesi un duplice aumento nei listini. La vera incognita sarà capire se riusciremo a far fronte alla domanda con materiali prodotti senza dover rimetterci soldi. Abbiamo chiesto al Governo di agevolare l’incremento della produzione di gas nazionale da destinare alle imprese industriali, senza nuove perforazioni e senza incremento delle emissioni di CO2 perché sarebbe in sostituzione di gas importato. Riteniamo altresì indispensabile sospendere temporaneamente il meccanismo ETS (Emission Trading System, il sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’UE che persegue il contenimento delle emissioni di CO2 grazie alla definizione, a livello comunitario e dell’impianto soggetto, di un tetto emissivo massimo, Ndr) per togliere dalle mani della speculazione alcune frecce. iFerr: Sostenibilità, prodotti green, fonti energetiche alternative: la transizione verde dell’industria ceramica, che per definizione è energivora, non è semplice… Ce ne parli. G.S.: La sostenibilità è un fattore distintivo e qualificante dell’industria ceramica italiana. Utilizziamo solo materie prime naturali e atossiche, ottimizziamo l’impiego di energia ed acqua e ricicliamo gli scarti della produzione. Tutto questo per realizzare un prodotto che è intrinsecamente sostenibile, come ricordavo prima, e ha usi che consentono agli edifici di risparmiare energia, grazie al rivestimento in facciata ed al riscaldamento a pavimento. L’industria ceramica italiana, a seguito di investimenti per 2,2 miliardi nei soli ultimi sei anni, utilizza con la massima efficienza il gas metano, combustibile fossile che ha il miglior rapporto tra emissioni di CO2 e potere calorico. Ma non ci limitiamo al presente, guardiamo al futuro. Le Università del territorio emiliano stanno lavorando ad un progetto, nel contesto del PNRR, destinato a individuare nuove modalità di cottura del materiale ad emissioni nulle o ridotte, a cui guardano con attenzione l’intera filiera della manifattura ceramica ed i territori. Sarà fondamentale che la transizione avvenga mantenendo la competitività delle nostre aziende e garantendo l’occupazione di qualità oggi presente. Giovanni Savorani

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