42 Si tratta, dunque, di un tassello fondamentale nel quadro della corretta gestione aziendale che fa leva su due dimensioni in particolari: la prevenzione, ovvero le misure previste per evitare che si verifichi un evento dannoso, e la protezione, ossia le misure previste per limitare le conseguenze di un evento dannoso che si verifica. La normativa che guida aziende, responsabili e consulenti nel mondo della prevenzione e sicurezza sul lavoro è il noto dlgs 81/2008, spesso conosciuto come “Testo unico sicurezza sul lavoro”. A seconda del grado di rischio dell’attività lavorativa è previsto l’utilizzo di dispositivi specifici (DPI), che in alcune circostanze possono essere anche obbligatori per legge. Lo scopo dei DPI non è quello di eliminare il rischio, ma di diminuire il danno che ne consegue per la salute, contribuendo così alla riduzione di molte malattie e infortuni sul lavoro. Tra i requisiti dei DPI è previsto che essi debbano: essere adeguati ai rischi da prevenire (senza costituire un rischio maggiore); essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo lavorativo; tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute dei lavoratori; essere compatibili tra loro, qualora i rischi siano molteplici e sia necessario l’utilizzo in contemporanea di più DPI; essere facili da indossare e da togliere in caso di emergenza. Quando si parla di sicurezza sul lavoro si fa riferimento all’insieme di misure, provvedimenti, valutazioni e monitoraggi che bisogna mettere in atto all’interno dei luoghi di lavoro per tutelare la salute e l’integrità dei lavoratori, proteggendoli dai rischi presenti. SCARPE ANTINFORTUNISTICHE: CLASSIFICAZIONE E DESTINAZIONE D’USO Le scarpe antinfortunistiche si dividono in primo luogo in due tipologie: Tipo I, in cuoio o altri materiali; Tipo II: in gomma o polimeri (plastiche) caratterizzati da impermeabilità. Vengono poi classificate utilizzando la lettera “S” seguita da una B o da un numero da 1 a 5, a seconda delle particolari proprietà. Tipo I: SB Si tratta della scarpa “di base” dotata di requisiti minimi che sono: il puntale con resistenza a 200 joule; la tomaia può essere in pelle “crosta”, in microfibra o materiali simili; altezza minima della tomaia; suola antiscivolo (la suola può essere di qualsiasi materiale e finitura). Destinazione d’uso: Bar; Industrie alimentari; Industrie farmaceutiche; Laboratori. Tipo I: S1 La prima vera e propria classe di protezione è la S1 che aggiunge ai requisiti della SB i seguenti: calzatura con proprietà antistatiche; capacità di assorbimento di energia nella zona del tallone; resistenza agli idrocarburi della suola. S1P: se alla S1 si affianca la P questo significa che siamo di fronte ad una scarpa S1 con l’aggiunta di una soletta antiperforazione. Destinazione d’uso: Falegnami; Elettricisti; Magazzinieri; Industria meccanica. Tipo I: S2 Scarpa con caratteristiche S1 unite all’impermeabilità della tomaia, resistenza all’acqua per minimo di un’ora (WRU significa Water Resistant Upper pertanto l’impermeabilizzazione è da considerarsi solo all’acqua e non a tutti i liquidi). S2 P: sono scarpe S2 dotate di lamina antiperforazione ma la suola non presenta rilievi. Destinazione d’uso: Lavoratori all’aperto; Saldatori; Industria metallurgica. Tipo I: S3 La tipologia di scarpe antinfortunistica S3 offre le proprietà delle S2 con l’aggiunta del fondo della calzatura resistente alla perforazione che si traduce in lamina o inserto antiperforazione (P) e suola con ramponi o rilievi. Destinazione d’uso: Agricoltura; Officine; Edilizia. Tipo II: S4 e S5 Sono calzature che possono sopportare la totale immersione e sono caratterizzate da puntale rinforzato, suola antiscivolo e antistatica e protezione del tallone per le S4. Con l’aggiunta della lamina antiperforazione per le S5. Destinazioni d’uso: Impianti di lavaggio; Aziende zootecniche; Industrie con presenza di acqua e schegge. in primo piano
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