iFerr-105 - Anno 2023

56 generate dall’uso di diisocianati. Nel corso dei 5 anni precedenti, infatti, il REACH europeo (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) l’organismo che vigila sui potenziali rischi chimici, rilevando un costante incremento di alcune forme di malattia professionale, ha condotto studi e statistiche che hanno confermato almeno 5000 casi provocati dall’uso di materiali contenenti più dello 0,1% di diisocianati. Il principio universale di tutela della salute dei lavoratori ha quindi spinto l’UE a fissare dei paletti molto rigidi che impedissero il proliferare di queste forme di malattia intervenendo sia sulle case produttrici che su chi distribuisce, vende e utilizza i materiali che contengono questi “agenti altamente nocivi”. Ovviamente l’Unione Europea ha anche concesso un periodo di tempo di 3 anni per organizzarsi e provvedere a tutta la filiera ma, come spesso avviene, oggi ci troviamo alla vigilia dell’entrata in vigore della norma e delle sanzioni senza che sia stata fatta informazione sufficiente e soprattutto senza che si mettessero in campo gli strumenti per ottemperare alla norma. Ciò detto, in osservanza alle norme UE espresse dal regolamento 1149/2020, i datori di lavoro, a partire da agosto 2023, saranno obbligati a formare e attestare la formazione dei dipendenti che operano utilizzando i diisocianati e i produttori saranno obbligati a dichiarare la percentuale di presenza dei diisocianati anche nel packaging esterno. Tale percentuale dovrà essere inferiore allo standard stabilito dalla UE (0,1%). I CSE (coordinatori per la sicurezza in fase di esecuzione dei lavori) avranno a loro volta obbligo di richiedere, prima dell’accesso in cantiere di qualsiasi operatore, l’attestazione dell’avvenuta formazione, vietando l’ingresso a chi non ne è provvisto. In altre parole, in un cantiere edile di qualsiasi dimensione, in un mobilificio, in un’azienda di produzione o posa di serramenti, nella realizzazione di molte opere dove i diisocianati sono presenti non sarà più possibile utilizzarli se non si è in possesso dei requisiti richiesti per l’utilizzo. Non solo; sarà anche obbligatorio che l’imballaggio contenente materiali con diisocianati, ne riporti in modo evidente la presenza e la quantità. In assenza di tali indicazioni il materiale non sarà vendibile. Solo i materiali contenenti percentuali minori del previsto potranno essere venduti senza mettere in sicurezza chi li utilizza, tant’è che il SEAC europeo (comitato valutatore dei fattori socioeconomici sulla sicurezza delle sostanze) prevede un importante incremento dei prezzi di tali materiali non appena scatterà la data di entrata in vigore della norma. Il mondo delle ferramenta sarà quindi un importante anello della catena interessata da queste regole e la disposizione obbligatoria rappresenterà un’ottima occasione per mostrarsi aggiornati sulle norme e per fornire preziose indicazioni ai propri clienti su cosa fare per evitare guai e sanzioni. Insomma, un servizio di customer care che rappresenti al cliente non solo il problema (e scopriremo insieme che molti utilizzatori clienti non lo conoscono) ma anche la soluzione a portata di mano, cogliendo al volo l’opportunità di offrire un servizio in più in modo semplice e veloce, ossia comunicando via e-mail con gli operatori più organizzati ma anche con tutti gli altri clienti, utilizzando volantini affissi a scaffale e al banco, premunendosi di prendere contatti con chi è in grado di erogare la formazione obbligatoria in modo pratico ed efficace. iPartner Simona Morandi > SIMONA MORANDI Figura di riferimento nel mondo della consulenza sulla sicurezza, applica la sua esperienza professionale, maturata attraverso la collaborazione con studi professionali e di ingegneria esperti in “Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”. La sua formazione accademica, unita alla sua predilezione per il dialogo, direttamente sul campo, con le imprese, le ha dato accesso ad aziende di ogni dimensione che desiderano sfruttare i vantaggi fiscali, economici e d’immagine, già fruibili, ma quasi mai ben gestiti. Si può definire un “angelo custode” dell’imprenditore. >

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