97 formazione, utili per acquisire le competenze di base e trasversali, sono dettati dalle linee guida regionali e devono trattare i seguenti argomenti: n sicurezza sul lavoro; n organizzazione e qualità aziendale; n comunicazione e competenze relazionali; n diritti e doveri del lavoratore e dell’impresa; n diritto del lavoro e contrattazione collettiva; n competenze in ambito digitale. LE RESPONSABILITÀ DEL TUTOR AZIENDALE L’apprendista deve essere “guidato”, per tutta la durata del periodo formativo da un tutor aziendale. Il tutor ha il compito formativo nei confronti dell’apprendista e supervisiona le attività svolte dallo stesso in azienda per tutta la durata del contratto di apprendistato. Nota bene - nelle aziende di piccole dimensioni, con meno di 15 lavoratori, o nelle imprese artigiane, il ruolo del tutor può essere ricoperto dal datore di lavoro, da un socio dell’azienda o da un coadiuvante della famiglia. Nelle aziende che occupano più di 15 lavoratori, il ruolo del tutor può essere assolto da un altro dipendente presente in azienda, purché lo stesso possegga i seguenti requisiti: - un livello di inquadramento pari o superiore a quello che raggiungerà l’apprendista al momento della qualifica finale; - la titolarità di un’attività lavorativa coerente con quella svolta dall’apprendista; - un’anzianità di lavoro congrua. Per anzianità congrua si intende almeno 3 anni di servizio maturati, ma, se l’azienda è di nuova costituzione o nessuno dei dipendenti in forza possiede tale anzianità di servizio, il requisito può essere superato. Attenzione - fermi restando i limiti circa il numero di apprendisti assumibili, ciascun tutor può affiancare al massimo 5 apprendisti. LE SANZIONI In caso di mancato svolgimento degli obblighi formativi viene applicata una sanzione a carico del datore di lavoro che si concretizza nella conversione del contratto da apprendistato a contratto a tempo indeterminato. Di conseguenza, alla conversione del rapporto seguirà l’integrazione della differenza contributiva a carico del datore di lavoro, tra quella versata come apprendista e quella dovuta come contratto a tempo indeterminato, maggiorata del 100%. COME RISPARMIARE SUL COSTO DELLA FORMAZIONE APPRENDISTI Consapevoli del fatto che è obbligatorio procedere alla formazione degli apprendisti, è utile sapere che, anche in questo caso, è possibile risparmiare sul suo costo. Il metodo più semplice è quello di rivolgersi al proprio ente bilaterale e richiederne l’intervento. l’ente bilaterale, come già segnalato negli articoli presenti nel numero 104 di iFerr, è un soggetto terzo, presente all’interno del CCNL, che regola e assiste sotto molti aspetti dei rapporti le due Parti, quella Sindacale e quella Datoriale, e per questo viene definito “Bilaterale”. Oltre a poter intervenire in caso di controversie tra lavoratore e datore di lavoro, oltre a fornire servizi di assistenza convenzionati o gratuiti alle imprese, è in grado di mettere in condizioni l’imprenditore di affrontare il percorso di formazione dell’apprendista spesso anche gratuitamente o a costi molto bassi, proprio perché questa attività è parte del CCNL di cui fa parte. L’ente bilaterale trae le proprie risorse da versamenti che vengono inseriti nelle buste paga del dipendente. Questi importi sono variabili da ente a ente e vengono definiti talvolta in cifre (da € 1,00 a € 10,50) o in percentuale (da 0,15% a 3,00%). Tali importi, sempre in base a quanto previsto dall’ente, possono essere (raramente) condivisi parzialmente tra datore di lavoro e lavoratore. Le risorse economiche accantonate nell’ente sono a disposizione quindi per effettuare attività che devono però essere richieste; perciò, non si deve esitare nel farsi fornire dal consulente del lavoro i riferimenti dell’ente per richiedere l’assistenza e il servizio di formazione apprendisti. Simona Morandi SIMONA MORANDI Figura di riferimento nel mondo della consulenza sulla sicurezza, applica la sua esperienza professionale, maturata attraverso la collaborazione con studi professionali e di ingegneria esperti in “Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”. La sua formazione accademica, unita alla sua predilezione per il dialogo, direttamente sul campo, con le imprese, le ha dato accesso ad aziende di ogni dimensione che desiderano sfruttare i vantaggi fiscali, economici e d’immagine, già fruibili, ma quasi mai ben gestiti. Si può definire un “angelo custode” dell’imprenditore.
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