30 iFerr giugno 2024 www.iferr.com iBenessere L’uso continuo di dispositivi digitali è fonte di un forte stress per gli individui, che si trovano a elaborare un numero enorme di dati in tempi rapidissimi. Il trainer Milo Battaglia illustra tecniche e metodi per prevenire le conseguenze di una sovraesposizione ai dispositivi hi-tech. Affrontare il tecnostress e RITROVARE una LUCIDA CALMA La natura del cervello umano, per quanto potente, non è strutturata per sopportare e “digerire” la velocità smodata alla quale oggi viaggiano i dati. Né è in grado di essere “multitasking”, benchè lo si voglia far credere. Da queste premesse, basate su evidenze scientifiche, partono le considerazioni e i suggerimenti di Milo Battaglia, trainer specializzato in gestione dello stress, della postura, del movimento e dell’ergonomia, per apprendere consapevolmente come trasformare il tecnostress in un’opportunità. iFerr: Cosa s’intende per tecnostress? Milo Battaglia: Il termine si usa per indicare lo stress che deriva dall’uso eccessivo e disfunzionale della tecnologia, che porta a significative ripercussioni sia sulla vita sociale sia su quella lavorativa. Il primo a parlarne fu lo psicologo americano Craig Brod nel 1984. iFerr: A quali conseguenze porta a livello Rsicologico e fisico! M.B.: Le conseguenze sono davvero numerose e comuni a tutte le condizioni di stress, che portano a un livello eccessivo di cortisolo in circolo con effetti quali: emicrania e cefalea; aumento di peso specie su addome e viso; ansia, depressione e irritabilitàÆ pressione altaÆ reyusso gastricoÆ artrite; perdita di memoria; iperglicemia; chiusura (mentale e sociale); fragilità capillare; malattie del cuore; senso di fatica; insonnia; indebolimento del sistema immunitario. L’uso eccessivo dei device digitali può portare nel tempo all’insorgere di molti di questi problemi. iFerr: Come funziona il cortisolo? M.B.: Il cortisolo è l’ormone dello stress. Esistono due tipi di stress: quello acuto e quello cronico. Nel caso del primo, che serviva all’homo sapiens per reagire ai pericoli imminenti, si verifica un improvviso rialzo di adrenalina che poi rientra allo scomparire dell’evento stressante (stressor). Lo stress cronico, invece, deriva da una percezione reiterata dell’evento stressante, che al giorno d’oggi non è più un orso che ti attacca come 30mila anni fa, ma l’arrivo della mail del capo, per esempio. S’innesca quindi una tensione continua, come quella che serviva nel passato per fuggire da un pericolo. Questa tensione ha un costo elevato sulla nostra salute: i disturbi elencati prima sono le conseguenze di questo tenersi sempre pronti a “fuggire”.
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