iFerr-118 - Anno 2024

Nadia De Robertis “LA CAPACITÀ DI UNIRE UNA PRODUZIONE INDUSTRIALE A FINITURE QUASI ARTIGIANALI È DA SEMPRE UNA DELLE CARATTERISTICHE DI DIERRE. FACILE A DIRSI MA UN PO’ MENO FACILE DA METTERE IN PRATICA PER UN’AZIENDA CHE OGNI ANNO DÀ VITA A 200MILA PORTE DI SICUREZZA, 70MILA PORTE DA INTERNI, 200MILA SERRATURE E CASSEFORTI” prodotto più bello e desiderabile, ma anche di intervenire in fase di progettazione sulla sua funzionalità. Le porte, ad esempio, hanno vissuto negli anni una fortissima evoluzione, che le ha trasformate da elemento puramente funzionale in uno dei complementi d’arredo più apprezzati delle nostre case. Una trasformazione che ha coinvolto non solo le porte interne e blindate, ma addirittura le tagliafuoco. Non si tratta però solo di nuovi colori, materiali e finiture, pure disponibili in una gamma estremamente ampia di varianti, ma anche di una nuova modalità di utilizzare il prodotto. Pensiamo alle nostre chiavi di derivazione automobilistica, che aprono la porta una volta avvicinate all’anta, o al Key-fob della nostra porta Next Elettra, che funziona come un telecomando. iFerr: Può darci le sue previsioni 2025 del comparto sicurezza nei negozi di ferramenta? N.D.R.: Negli ultimi due anni e mezzo, sotto la spinta dei diversi bonus edilizi, il mercato ha marciato alla massima velocità. Basti pensare che nel nostro Paese Dierre ha venduto oltre 184.000 porte blindate. È difficile fare previsioni sul futuro, ma possiamo immaginare che la progressiva riduzione degli incentivi porterà a un rallentamento di questo ritmo. Siamo però convinti di aver seminato bene, lavorando sulla qualità. Ce lo confermano i nostri Key Point, che oltre alla classica duplicazione delle chiavi continuano a ricevere richieste da clienti che vogliono personalizzare le loro porte. Magari sostituendo la maniglieria per coordinarla al design degli interni, oppure applicando un defender alla blindata oppure un nuovo spioncino elettronico per avere sempre sotto controllo l’ingresso di casa anche quando si è lontani. iFerr: Industrializzazione e artigianalità come si combinano vella vostra produzione? N.D.R.: La capacità di unire una produzione industriale a finiture quasi artigianali è da sempre una delle caratteristiche di Dierre. Facile a dirsi ma un po’ meno facile da mettere in pratica per un’azienda che ogni anno dà vita a 200mila porte di sicurezza, 70mila porte da interni, 200mila serrature e casseforti, 25mila chiusure da garage, 200mila controtelai a scomparsa, 100mila porte tagliafuoco in acciaio e multifunzione. Il segreto è mantenere la testa vicina alle braccia. Mi spiego: progettazione e produzione da noi lavorano a stretto contatto, nei 4 stabilimenti di Villanova d’Asti, e negli altri 3 a Mondovì (CN), Avigliana (TO), Cornate d’Adda (MB), consentendoci di intervenire su ogni dettaglio del prodotto con una cura che definirei sartoriale. iFerr: Che valore aggiunto devono avere le donne che operano in Dierre e nel mondo sicurezza e fai da te? N.D.R.: Iniziamo col dire che in Dierre lavorano molte donne, non solo appartenenti alla mia famiglia, in diversi reparti. Lo trovo un bel segnale e un indicatore del peso della componente femminile in un settore che un tempo veniva considerato appannaggio quasi esclusivo degli uomini. In azienda, e in generale nel mondo della sicurezza, le donne hanno saputo portare uno sguardo nuovo e originale alla soluzione dei problemi e uno spiccato senso pratico. Che nel nostro caso significa anche “tradurre” le tecnologie più avanzate in una modalità di utilizzo accessibile a ogni tipologia di utente. È il prodotto che si deve adattare al cliente e non viceversa. Credo poi che la sensibilità femminile sia stata determinante nell’attribuire alla porta una crescente valenza estetica. iFerr: Guardando all’oggi e pensando al domani, qual è l’apporto del design nel vostro settore? N.D.R.: Dobbiamo intendere il concetto di design nella sua valenza più estesa, quindi non solo come la capacità di rendere un ottobre 2024iFerr 25 www.iferr.com

RkJQdWJsaXNoZXIy NjY4ODQx