iFerr-120- Anno 2025

dicembre2024/gennaio2025 iFerr 75 www.iferr.com > Adamo Brunetti IL D. LVO 231/2001 E LA RESPONSABILITÀ DELL’ENTE (SOCIETÀ) Il Decreto 231, recante la disciplina della responsabilità delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, consente di prevedere un sistema di controllo (il Modello 231) idoneo a tenere l’impresa indenne da responsabilità amministrativa da reato. Si tratta di responsabilità conseguente alla commissione di reati nell’ambito delle attività aziendali, accertata nell’ambito di un processo penale. Per configurare la responsabilità degli enti, devono sussistere i seguenti presupposti: 1. Commissione di un reato-presupposto da parte di un soggetto apicale, vale a dire un amministratore, un direttore generale o un dirigente o di una persona sottoposta alla direzione o vigilanza dei soggetti apicali 2. Interesse o vantaggio dell’ente perseguiti attraverso la commissione del reato 3. Colpevolezza dell’ente (cd. colpa di organizzazione). Le fattispecie di reato, per le quali può configurarsi un illecito 231, sono quelle previste dal medesimo Decreto, secondo il principio di tassatività. In caso di accertamento della responsabilità da reato 231, l’ente può incorrere nelle seguenti sanzioni: • sanzione pecuniaria, commisurata sulla base di un sistema di “quote” determinate dal giudice • sanzione interdittiva, che può consistere interdizione all’esercizio dell’attività di impresa, alla contrattazione con la P.A., all’ottenimento di autorizzazioni, licenze, finanziamenti, sussidi, contributi e agevolazioni • confisca del profitto o del prezzo del reato • pubblicazione della sentenza. Nello specifico, il Decreto 231 prevede sanzioni negli ambiti di molte tipologie di reato, fra cui a titolo esemplificativo: • societari • tributari • in violazione delle norme di salute e sicurezza sul lavoro • ambientali imputare le responsabilità per comportamenti criminosi ad un preciso soggetto, abbattendo lo schermo tipico delle organizzazioni fatte da più persone. La domanda però è: le disposizioni sulla responsabilità delle società sono solo sterili obblighi da osservare, oppure rappresentano un’opportunità di miglioramento delle proprie performance e, quindi, anche della propria competitività? MODELLI 231 NELLA GOVERNANCE AZIENDALE. RISCHI E OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE Le recenti riforme normative, che spaziano dagli assetti organizzativi al nuovo Codice della crisi d’impresa (D. Lvo 14/2019), unite all’accresciuta rilevanza dei criteri ESG a livello europeo, hanno imposto alle imprese l’urgente necessità di adottare sistemi di governance più evoluti e consapevoli. La prevenzione dei reati e la creazione di valore sostenibile sono le due facce della stessa medaglia per le imprese moderne. In un simile contesto si colloca il Modello di organizzazione, gestione e controllo (anche “Modello 231”), ai sensi del D. Lvo 231/2001 (di seguito anche «Decreto 231»). Nato con l’obiettivo di prevenire i reati aziendali, tale Modello si è evoluto in uno strumento strategico per orientare le aziende verso comportamenti etici e responsabili. Nonostante il suo potenziale, tuttavia, il Modello 231 rimane ancora non sufficientemente considerato, soprattutto tra le PMI. Lo scopo di quest’approfondimento è illustrare gli strumenti necessari per portare a proprio vantaggio i contenuti dal Decreto 231/2001, integrandoli efficacemente nella gestione aziendale, con il dovuto riguardo per la sostenibilità (*) e per la governance (**) responsabile. (*) Per sostenibilità si intende: nelle scienze ambientali ed economiche, la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità, delle generazioni future, di realizzare i propri. (**) Per governance si intende: esercizio dell’autorità, della direzione e del controllo Nella scienza economica, il complesso dei princìpi, dei meccanismi, delle regole, e delle relazioni, che disciplinano il governo di un’impresa. L’obiettivo finale è l’efficacia strategica dell’impresa stessa.

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