iFerr-120- Anno 2025

78 iFerr dicembre2024/gennaio2025 www.iferr.com una vera e propria rendicontazione delle scelte aziendali rispetto ai fattori sociali, ambientali e di governance; oltre che per questi adempimenti, il tema della sostenibilità assume un’importanza sempre maggiore anche alla luce della reputazione di un’azienda sul mercato. I punti di contatto tra lo sviluppo sostenibile dell’impresa e l’implementazione dei Modelli 231 sono molteplici, sia sotto il profilo delle aree di interesse sia per ciò che attiene al sistema di controllo interno. Ciò è emerso in uno studio commissionato dall’Ordine dei Commercialisti(***) cui è riportato che il sistema di controllo interno implementato con il Modello 231, impattando su attività sensibili anche sul fronte ESG, può contribuire al perseguimento generale di molti degli obiettivi di sostenibilità. In tale ottica, il modello 231 può rappresentare un punto di partenza significativo per una governance che voglia supportare l’azienda in termini di sostenibilità e, allo stesso tempo, uno strumento di compliance utile a rafforzare l’implementazione delle procedure aziendali in chiave ESG. (***) “Modello 231 e fattori ESG: l’importanza di una virtuosa connessione” redatto dalla Commissione di studio “Gruppo interdisciplinare ESG – 231” del Consiglio dei Commercialisti e degli Esperti Contabili. Per quanto concerne le aree di interesse comune tra ESG e Modelli 231, risulta evidente come a ciascun fattore ESG possano ricollegarsi diversi illeciti previsti quali reati presupposto del D. Lvo 231/2001: • Partendo dalla “E” di Environment, rileva la connessione tra le regole atte a prevenire la commissione dei reati ambientali, ma anche dei reati contro il patrimonio culturale (di recente introduzione), laddove si pensi alla tutela dell’ambiente in senso ampio, ricomprendendovi le condotte a danno dei beni paesaggistici. • Analogamente, per la “S” di Social, in merito alla tutela dei diritti umani non possono non essere richiamati i reati contro la personalità individuale, tra cui i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, oggi al centro della cronaca in tema di responsabilità amministrativa degli enti, passando per le condotte integranti razzismo e xenofobia, ai reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro fino ad approdare ai reati informatici connessi al trattamento illecito dei dati. • Infine, il fattore della “G” di Governance, che risulta strettamente connesso ai reati societari, transnazionali e alle condotte connesse al codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. “ LA DOMANDA PERÒ È: LE DISPOSIZIONI SULLA RESPONSABILITÀ DELLE SOCIETÀ SONO SOLO STERILI OBBLIGHI DA OSSERVARE, OPPURE RAPPRESENTANO UN’OPPORTUNITÀ DI MIGLIORAMENTO DELLE PROPRIE PERFORMANCE E, QUINDI, ANCHE DELLA PROPRIA COMPETITIVITÀ?” iPartner Adamo Brunetti >

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