iFerr-125 - Anno 2025

100 iFerr giugno 2025 www.iferr.com Essere leader oggi significa molto più che avere competenze tecniche, fiuto strategico e determinazione; significa reggere l’imprevedibilità, motivare gli altri mentre si cerca equilibrio per sé, e mantenere lucidità anche quando si è immersi nel caos; significa guidare persone, non solo processi. E in tutto questo, le emozioni giocano un ruolo centrale anche quando non si vedono, anche quando non si vogliono ammettere. Possono ispirare, costruire ponti e favorire collaborazione, ma possono anche bloccare, creare tensioni, e rendere fragili le relazioni. Eppure, nella cultura aziendale, si tende ancora a considerare la gestione emotiva come sinonimo di soppressione. Al leader è spesso richiesto, e persino riconosciuto come qualità, il “saper tenere tutto dentro”, e mantenere il controllo a ogni costo, per mostrarsi imperturbabile anche nelle situazioni più complesse. Le emozioni vengono viste come un rischio, come qualcosa da contenere, da mascherare, da non mostrare mai. Ma ignorare il proprio mondo interno non rende più forti, né più autorevoli. Una leadership che nega le emozioni non protegge, ma isola; non rassicura, ma irrigidisce; e un leader che non si ascolta, faticherà iPartner > ad ascoltare davvero gli altri, perché il vero equilibrio non nasce dal controllo assoluto, ma dalla capacità di riconoscere e attraversare ciò che si prova, restando presenti. QUANDO IL PESO SI FA SENTIRE Capita a tutti, prima o poi, quel momento in cui si ha la sensazione di non riuscire a tenere tutto insieme. La testa piena di urgenze, lo stomaco contratto, il volto tirato mentre si cerca di restare lucidi; e intanto, intorno, qualcosa si incrina; un collaboratore si chiude, il team perde slancio, e le tensioni aumentano. Spesso, tutto questo viene interpretato come un problema di performance, ma alla radice c’è qualcosa di più sottile: una difficoltà emotiva che non trova spazio, né ascolto, e quando le emozioni vengono ignorate, non spariscono, ma si trasformano. C’è chi si irrigidisce, si chiude in una corazza di controllo, e smette di ascoltare davvero, e chi invece si lascia travolgere, reagisce d’impulso, alza la voce, e perde la lucidità; in entrambi i casi, il contatto autentico con sé stessi e con gli altri si rompe, e a farne le spese non è solo il benessere del leader, ma la salute dell’intero gruppo. È in momenti

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