giugno 2025 iFerr 117 www.iferr.com Silvia Morelli Dalle costruzioni in legno dell’infanzia ai layout progettuali più complessi, Silvia Morelli ha fatto della progettazione il suo linguaggio espressivo. Architetto milanese con una forte sensibilità estetica e funzionale, parla di spazi commerciali che raccontano l’identità di un brand e mettono il cliente al centro dell’esperienza d’acquisto. In questa intervista ci accompagna dietro le quinte della progettazione dei negozi - anche quelli più tecnici, come le ferramenta - e ci spiega come ogni dettaglio, se ben pensato, può fare la differenza tra un semplice spazio di vendita e un ambiente che conquista. iFerr: Come nasce la tua passione per l’architettura? Silvia Morelli: Istintivamente, in giovanissima età: già da molto piccola giocavo con le costruzioni in legno, mentre appena un po’ più grande è arrivato il Lego, una vera ossessione. Realizzavo case in miniatura complete di dettagli (a sei anni la mia “opera prima”, di cui conservo gelosamente una fotografia), e quando i mattoncini non c’erano utilizzavo tutto quello che mi capitava a tiro: scatole da scarpe, confezioni vuote di cioccolatini. La ristrutturazione di casa mia quando avevo 12 anni ha fatto chiudere il cerchio: vedere muri che sparivano e riapparivano da un’altra parte, stanze che cambiavano forma e arredamento è stato ciò che mi ha fatto decidere quello che sarei diventata. iFerr: Quando progetti un punto vendita, da dove parti? Quali sono gli aspetti fondamentali da considerare fin da subito? S.M.: Si parte sempre dell’identità del marchio e da come lo si vuole comunicare. Se il punto vendita è parte di una grossa catena in genere esistono già dei piani di marketing ben definiti, che vanno “semplicemente” calati negli spazi fisici a disposizione. Se si tratta di un negozio indipendente, occorre ragionare insieme al proprietario o al gestore o, se c’è, con il responsabile della comunicazione e delle vendite. Solo una volta definito il messaggio che si vuole dare e il target, ovvero il cliente di riferimento, si valutano gli spazi a disposizione in relazione ai prodotti da esporre. Si stenderà quindi un layout del progetto, che > dovrà integrare molte variabili: dimensioni e la collocazione delle aree di vendita, i percorsi che i clienti seguiranno, i collegamenti con gli spazi a magazzino e di servizio. Dovranno sempre essere considerati anche gli aspetti più meramente tecnici (i regolamenti comunali - autorizzazioni varie, ecc. -, le norme di sicurezza -antincendio, accessibilità, ecc. -, tutta l’impiantistica - illuminazione, riscaldamento e condizionamento, ecc.), oltre ovviamente al budget a disposizione. Mettere a sistema tutti questi elementi fin da subito è indispensabile per non incappare in intoppi successivi. iFerr: Quali sono, secondo te, gli errori più comuni nei layout dei negozi tradizionali? E come si possono correggere? S.M.: Parlando anche da utente, oltre che da professionista, e secondo un’esperienza che in molti sicuramente abbiamo fatto, uno degli errori più facilmente riscontrabili è la mancanza di chiarezza: nei percorsi, nella distribuzione delle aree con i diversi prodotti, nella cartellonistica. È provato ormai scientificamente che tutto ciò che genera confusione, intesa anche come confusione visiva, provoca disagio nell’utente. Perciò optare per spazi che siano facili da identificare e da fruire, improntati a semplicità ed ordine, illuminati correttamente, può essere la soluzione. iFerr: Come si bilancia la necessità di esposizione dei prodotti con quella di creare un ambiente ordinato e piacevole per il cliente? S.M.: La piacevolezza di uno spazio è legata sicuramente alla sua distribuzione interna ed alle sue caratteristiche estetiche, ma anche a scelte strategiche di respiro più ampio. I materiali e i colori delle pavimentazioni e delle pareti così come quelli delle scaffalature, l’illuminazione generale e del singolo espositore, fino alla “SI PARTE SEMPRE DELL’IDENTITÀ DEL MARCHIO E DA COME LO SI VUOLE COMUNICARE. SE SI TRATTA DI UN NEGOZIO INDIPENDENTE, OCCORRE RAGIONARE INSIEME AL PROPRIETARIO O AL GESTORE O, SE C’È, CON IL RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE E DELLE VENDITE”
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