108 iFerr luglio/agosto 2025 www.iferr.com iPartner > anche se non la ammetti a te stesso?” • “Cosa succederebbe se mollassi il controllo, per un attimo?” Sono queste le domande che aprono spazi interiori. Quando le fai (o quando te le fanno) inizi a vedere quello che stavi evitando. Inizi ad ascoltarti davvero. Nel mio lavoro da coach, queste domande non sono mai casuali: sono strumenti, vere e proprie chiavi per far saltare lucchetti invisibili. COME SI COSTRUISCE UNA DOMANDA POTENTE? La domanda potente è semplice, chiara e diretta. Non giudica, non suggerisce la risposta, ma apre. Fin da giovane, il mondo delle vendite è stato il terreno di gioco di Raffaele. Ha imparato presto l'arte di comprendere le esigenze dei clienti e di trasformare le opportunità in risultati concreti. Questa passione lo ha spinto a dedicarsi con impegno allo sviluppo commerciale, affinando le sue strategie e ampliando la sua visione del mercato. Oggi, Raffaele è un coach professionista certificato ed esperto in comunicazione, un traguardo raggiunto grazie a un percorso di formazione continua e alla sua innata propensione ad aiutare gli altri a crescere. I suoi due master in Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) gli hanno fornito strumenti potenti e tecniche avanzate per comprendere i processi mentali, influenzare positivamente la comunicazione e sbloccare il potenziale inespresso. Mette a disposizione di professionisti, aziende e reti vendita la sua esperienza pluriennale e le sue competenze specialistiche per aiutarli a raggiungere obiettivi ambiziosi e a superare le sfide del mercato. Il suo approccio si basa sull'ascolto attivo, sull'empatia e sulla creazione di piani personalizzati, mirati a potenziare le performance individuali e di team, a migliorare la comunicazione interna ed esterna e a sviluppare una mentalità orientata al successo. RAFFAELE PESACANE Non inizia con “perché” (che spesso mette sulla difensiva), ma con “che cosa”, “in che modo”, “che effetto ti fa”. Ti faccio qualche esempio pratico: • “Cosa stai evitando, che sai invece essere importante affrontare?” • “In che modo questa difficoltà può diventare un’opportunità di crescita?” • “Chi stai diventando, mentre attraversi questo momento?” Ti suonano profonde? È perché lo sono. Ogni volta che una persona trova la propria risposta a una di queste domande, si fa un passo avanti. Ed è un passo che nessun consiglio esterno può sostituire. IL COACHING NON È DARE RISPOSTE: È FARE LE DOMANDE GIUSTE A volte le persone mi chiedono: “Ma tu cosa mi consiglieresti di fare?” Io non sono lì per consigliare. Sono lì per farti esplorare. Nel coaching, il mio compito è creare uno spazio sicuro in cui tu possa ascoltarti senza giudizio. E poi, nel momento giusto, lanciare quella domanda che ti scuote, che ti costringe a guardarti in faccia. Spesso le risposte le hai già dentro, ma sono sepolte da abitudini, paure, aspettative altrui. Il mio lavoro è aiutarti a spostare quel mucchio di sabbia che le copre. E sai qual è la pala più potente per farlo? Una domanda ben posta. E DOVE ENTRA LA GRATITUDINE? Ora potresti chiederti: “Ma cosa c’entra la gratitudine in tutto questo?” C’entra, eccome. Perché la gratitudine è una lente. Quando la indossi, vedi le stesse cose, ma con occhi nuovi. Ti faccio un esempio personale: c’è stato un periodo in cui ero pieno di progetti, scadenze, impegni. Sentivo solo peso. Poi un giorno mi sono chiesto:“E se invece tutto questo fosse il frutto di ciò che un tempo desideravo?” E lì ho sentito gratitudine. Non perché tutto fosse perfetto, ma perché mi sono ricordato di quanto fossi fortunato ad avere così tanto da dare. La gratitudine non è un concetto spirituale appeso al muro. È una pratica concreta che cambia il tuo stato d’animo e le tue decisioni. Quando la usi insieme alle domande potenti, accade la magia: non solo ti chiedi “cosa posso imparare da questa situazione?”, ma lo fai da uno stato mentale positivo, fertile, aperto.
RkJQdWJsaXNoZXIy NjY4ODQx