luglio/agosto 2025 iFerr 47 www.iferr.com Mauro Ferraresi Lettura consigliata MARKETING ESPERIENZIALE - COME SVILUPPARE L’ESPERIENZA DI CONSUMO di Mauro Ferraresi, Bernd H. Schmitt A cura di: Maria Angela Polesana La nuova edizione di un testo che è diventato la lettura di riferimento per comprendere i processi di comunicazione e di consumo legati all’esperienzialità. Il metodo esperienziale viene spiegato chiaramente attraverso l’individuazione dei moduli strategici esperienziali e dei fornitori di esperienza. Inoltre, vengono illustrati i passi fondamentali per offrire una esperienza e presentati nuovi casi tratti dalla realtà italiana e statunitense (spaziando in differenti settori merceologici). innovativo nel campo del marketing esperienziale? M.F.: Negli Stati Uniti, ma anche in Italia, un caso emblematico è quello degli Apple Store. Non si tratta solo di spazi commerciali, ma di luoghi esperienziali in cui il cliente può “provare” l’identità Apple, interagire con i prodotti in ambienti aperti, parlare con i “genius” e partecipare a eventi formativi. In Italia, Eataly rappresenta un esempio significativo: ha saputo trasformare la spesa alimentare in un’esperienza culturale, edonistica e partecipativa. Lì si acquista, ma si assaggia, si impara, si raccontano storie sul territorio, sulla qualità, sulla sostenibilità. iFerr: Quali sono i principali errori che i negozi fisici commettono quando cercano di applicare il marketing esperienziale e come potrebbero superarli? M.F.: Il primo errore è pensare che basti “decorare” lo spazio: luci, musica, odori non bastano se non sono coerenti con l’identità della marca e con le aspettative del cliente. Un altro errore frequente è replicare esperienze standardizzate, dimenticando che l’esperienza va progettata in modo situato, tenendo conto del contesto socio-culturale. Infine, c’è la tendenza a privilegiare la sorpresa effimera rispetto alla coerenza di lungo periodo. Per superare questi limiti, serve un approccio integrato e progettuale: serve partire da una strategia narrativa chiara, coinvolgere professionisti esperienziali, e considerare il negozio come uno spazio relazionale, non solo commerciale iFerr: Secondo lei, come può un punto vendita fisico sfruttare l’esperienza non solo per aumentare le vendite, ma per costruire relazioni durature con i clienti? M.F.: L’esperienza diventa relazione quando smette di essere un evento isolato e diventa parte di una storia condivisa. Un punto vendita può costruire relazioni durature se riesce a trasformarsi in uno spazio di riconoscimento, in cui il cliente si senta ascoltato, coinvolto, valorizzato. La personalizzazione del servizio, la continuità narrativa tra online e offline, l’organizzazione di micro-eventi, workshop o momenti di socialità aiutano a rafforzare il legame. In questo senso, l’esperienza è un capitale relazionale: produce senso, fidelizzazione e, in ultima analisi, identità condivisa.
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