iFerr-127 - Anno 2025

106 iFerr settembre 2025 www.iferr.com Nei precedenti appuntamenti abbiamo parlato delle tensioni che scorrono in silenzio, tensioni che non fanno rumore, ma comunque lasciano un segno; ma in azienda ci sono poi anche conflitti molto visibili, che scoppiano fragorosamente all’improvviso, travolgendo il lavoro quotidiano. Nulla a che vedere con le tensioni silenziose: qui le parole volano, i toni si alzano, le squadre si dividono; sono rotture evidenti ed eclatanti, ed è impossibili ignorare. QUANDO IL CONFLITTO DEFLAGRA Quando il conflitto esplode, l’imprenditore non può restare a guardare ma deve agire; e come? Le reazioni variano, e non sempre portano nella direzione giusta, anzi, in alcuni casi, rischiano di peggiorare la situazione. C’è chi interviene con fermezza con richiami ufficiali, ridefinizione delle regole, riassegnazione dei compiti; è certo una risposta chiara ed energica, utile a ristabilire rapidamente l’ordine, ma spesso è solo un’illusione di controllo, e il conflitto non si spegne, ma cambia forma, resta sottotraccia, pronto a riaccendersi; se non accompagnato da un ascolto reale, l’intervento risoluto può invece alimentare ulteriori irrigidimenti. Altri scelgono la via della “separazione iPartner > chirurgica”: dividono i protagonisti del conflitto, li spostano in uffici diversi, provano a evitare ulteriori scontri; in alcuni contesti può anche funzionare, ma è quasi impossibile nelle piccole aziende dove le competenze sono intrecciate, e le persone, che piaccia o no, devono continuare a collaborare. Ci sono poi chi tenta la mediazione in prima persona: convoca le parti, cerca il compromesso provando a ricomporre; ma se il conflitto affonda le radici in vissuti più profondi, si rischia di rimanere invischiati, senza riuscire davvero a spostare qualcosa. La volontà di “metterci la faccia” può quindi trasformarsi in inutile fatica, o peggio ancora, generare nuove frustrazioni. IL LIMITE DELLA BUONA GESTIONE Molti imprenditori si sentono competenti nella gestione dei conflitti: essi hanno seguito corsi, fatto esperienza sul campo, imparato a mediare, a tenere il punto, e a riconoscere i segnali prima che diventino esplosioni; ma anche la miglior leadership ha una soglia oltre la quale non può più essere neutra. Chi guida, decide, e chi decide è sempre, agli occhi degli altri, anche portatore di un interesse. E poi c’è un altro aspetto, più sottile ma altrettanto cruciale: chi è coinvolto

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