iFerr-130 - Anno 2026

100 iFerr dicembre 2025/gennaio 2026 www.iferr.com Un talento non è un supereroe con poteri straordinari; non è neppure solo chi eccelle in ogni compito o ha performance stellari. In azienda, talento lo ha chi fa crescere ciò che tocca. È quella persona che vede opportunità dove gli altri vedono routine, che si prende a cuore i risultati del gruppo, che contagia con idee e proposte e riesce a trasformare una buona intenzione in un risultato concreto. È una risorsa che non si limita a fare, ma immagina, crea, trascina, e nel farlo porta l’azienda un passo più in là. Per questo le PMI che sanno riconoscerlo e coltivarlo hanno una marcia in più, perché i talenti non solo lavorano, ma fanno lavorare meglio l’intero sistema. IL RISCHIO SILENZIOSO Per un imprenditore, perdere un talento significa perdere valore competitivo. Non è solo una persona che se ne va: sono competenze, relazioni costruite nel tempo, conoscenza del mercato, velocità decisionale, fiducia dei clienti; tutte cose che non si possono sostituire dall’oggi al domani. Il rischio più grande, è accorgersene troppo tardi. Se ci si limita ai segnali superficiali (come la presenza in ufficio, il rispetto per le scadenze, o la calma apparente), si rischia di ignorare ciò che conta davvero: la motivazione, la partecipazione, la voglia di investire nel futuro dell’azienda. Quando questi elementi iniziano a diminuire, il segnale è ancora troppo sottile per essere colto. L’imprenditore vede un problema solo quando è già diventato un danno, quando la lettera è sul tavolo, quando il cliente chiama e il riferimento non c’è più, e quando infine occorre correre ai ripari, spendendo tempo e risorse che iPartner > non erano in programma. Il rischio silenzioso è questo: pensare che vada tutto bene perché nulla sembra andare male. PERCHÉ I TALENTI SE NE VANNO DAVVERO Esiste un luogo comune: chi lascia è arrabbiato. Spesso è l’opposto: chi lascia è stanco di non crescere. Il talento non chiede privilegi; vuole un orizzonte, non un recinto. Vuole sentirsi parte di una direzione, non solo esecutore di compiti. Tre bisogni guidano chi ha potenziale: ➊ Contare qualcosa Non basta fare: serve incidere ➋ Imparare ancora Il sapere stagnante diventa noia ➌ Essere riconosciuto per ciò che può diventare Non solo per ciò che fa oggi Quando questi bisogni non vengono considerati, il coinvolgimento cala rapidamente. La persona resta al suo posto, ma smette di portare valore aggiunto. Il mercato offre alternative. Così, quando arriva la decisione di andarsene, spesso non è una reazione emotiva: è una scelta già ponderata da tempo. IL COUNSELING: UN SEGNALE CHE TRATTIENE IL TALENTO Un talento non lascia l’azienda perché cerca uno stipendio più alto. Spesso lascia perché, pur impegnandosi, non si sente più riconosciuto nella sua unicità, e cresce dentro una sensazione silenziosa di essere “fuori posto”. Lascia l’azienda perché è maturato un disagio sottile, un sentirsi sempre meno in sintonia con ciò che vive ogni giorno, e non vede come ritrovare equilibrio restando lì. Il problema non è fuori, ma dentro; e non trova il modo per uscire. Nasce tutto in modo sottile; un entusiasmo che cala, la sensazione di essere fermi mentre tutto attorno corre; un’idea che resta in gola perché non si sa se “vale la pena dirla”. Il lavoro continua a funzionare, ma la persona non si riconosce più in ciò che fa. Quando la motivazione smette di crescere, il corpo resta, ma la mente comincia a fare le valigie. Un programma di counseling può intercettare questo momento fragile, quando c’è ancora spazio per invertire la rotta; offrire al talento uno spazio di ascolto non significa curare un problema, ma riconoscere Ha maturato oltre trent’anni di esperienza nel settore bancario, ricoprendo ruoli manageriali in diversi istituti di credito e sviluppando una solida competenza nella gestione delle persone. Laureata in Economia, ha coltivato parallelamente un profondo interesse per la psicologia, fino a conseguire l’abilitazione come Professional Counselor in Antropologia Personalistica Esistenziale, certificata dalla FAIP Italia Counseling. L’intervista completa è disponibile sul numero 122. Gli articolo sono disponibili su iFerr 123, 124, 125, 126, 127, 128 e 129. Email: ester.lamacchia65@gmail.com ESTER LAMACCHIA

RkJQdWJsaXNoZXIy NjY4ODQx