AGENTE IN ESCLUSIVA
Intervista a Domenico di Pasquale
Si definisce un Fraschetti al 100%, agente monomandatario per questa azienda da 13 anni,attualmente è responsabile di zona per il centro-sud. Ha sposato principi e filosofia di uno dei distributori più importanti d’Italia e oggiguida e forma 18 collaboratori al credo aziendale, secondo il quale l’agente è un mediatore e non un raccoglitore di ordini.
iFerr: Cominciamo dall’inizio, com’è diventato un agente Fraschetti ?
D.D.P: La mia esperienza è cominciata come banconista in un negozio di ferramenta ad Isernia, cliente della ditta Fraschetti. Ho conosciuto lì quelli che sarebbero stati i miei datori di lavoro, era il momento in cui i Fraschetti cominciavano ad espandersi. Così dopo una breve esperienzanell’ufficio vendite ho iniziato a fare l’agente in Molise. Tredici anni da agente monomandatario Fraschetti lo dico con orgoglio e convinzione. Sono cresciuto in questa azienda, grazie alla fiducia che i Fraschetti hanno avuto nei miei confronti. E ora sono uno dei responsabili di zona per il centro-sud.
iFerr: Che tipo di agente è?
D.D.P: Monomandatario per scelta e per credo: fare una cosa e farla bene, questa è la mia filosofia. La mia formazione è avvenuta negli anni conoscendo la realtà Fraschetti, l’azienda e le persone che ci lavorano. Ma soprattutto è stato fondamentale per me conoscere e sposare l’approccio al cliente che l’azienda mi ha trasmesso. Il cliente non è solo tale, è un collaboratore, un interlocutore importante a cui non si vende e basta ma si propongono servizi sempre al passo coi tempi. In questa direzione l’azienda ha ampliato la sua offerta al comparto casalinghi, all’arredo giardino e a tutte quelle novità che possono arricchire le ferramenta tradizionali. Questa visione mi aiuta a far meglio il mio lavoro ed è anche il mio valore aggiunto, da questo punto di vista mi sento un Fraschetti al 100%.
iFerr: Essere fedeli alla stessa azienda ripaga in termini di carriera?
D.D.P: Nel mio caso si, adesso sono responsabile di zona e gestisco 18 uomini. Direi che ho fatto carriera e ora il mio rapporto principale è con i miei collaboratori, cerco di formarli, di trasmettergli il messaggio Fraschetti come è stato fatto con me. Quotidianamente affianco i mie agenti e vado a visitare i clienti con loro, oggi chi vuole fare l’agente deve curare in modo maniacale il rapporto con cliente, deve esserci una vicinanza quotidiana perché il cliente lo consideri un partner e non un semplice fornitore. Cercare di stimolare una crescita di fatturato ma anche di servizio è fondamentale, come condividere con il cliente sconfitte e vittorie. Se il nostro cliente è in salute e cresce cresciamo anche noi.
iFerr: Qual è la trend del mercato della ferramenta al sud in questo momento secondo lei?
D.D.P: E’ inutile nascondersi dietro la parola crisi, sicuramente ci sono alti e bassi ma è fondamentale resistere e adeguarsi, si perderà qualche battaglia ma il fine è vincere la guerra. In questo momento eventi come il SiFerr sono molto importanti anche per noi agenti per cercare sempre di più di consolidare il rapporto con il proprio cliente. Il distributore desidera che il proprio cliente cresca e gli eventi sono un modo per crescere e sono una gratifica anche per noi agenti, che rappresentiamoil collante tra distributore e cliente. L’agente raccoglitore di ordini non esiste più , deve diventare imprenditore di se stesso. È decisamente un nuovo ruolo che deve interpretare al meglio. Deve avere coscienza del proprio mestiere solo così l’agente resisterà nel tempo, diventando quasi indispensabile per il cliente.
iFerr: Fraschetti al 100% è una dichiarazione d’amore. Mai avuto dubbi?
D.D.P: Momenti di ripensamenti ci sono stati sarebbe da ipocriti dire di non averli avuti. Ma oggi non ci sono tante aziende che mi permetterebbero di svolgere questo ruolo in quasi perfetta sintonia. Ognuno di noi mira al meglio e per me il meglio è Fraschetti voglio continuare su questa strada, perché qui ho la possibilità di confrontarmi quotidianamente con chi questo settore lo conosce come le proprie tasche, ma nonostante la grande esperienza si mette in discussione, cercandola condivisione degli obiettivi da parte dei collaboratori e pretendendo osservazioni e personalità.