ANIMA CONFINDUSTRIA, IL QUADRO MOSTRATO DAL FOCUS MATERIE PRIME
Nel sesto appuntamento periodico con il Focus Materie Prime a cura di Anima, che ha avuto luogo il 1° dicembre, si è analizzato in maniera dettagliata il contesto economico attuale e le prospettive future del mercato delle commodity. Il 2022 si è rivelato un anno pieno di complessità e instabilità sul fronte economico e politico. Diverse le problematiche attuali come la carenza di materiali e microchip, iniziata già nel 2021, il caro energia e la forte inflazione provocati dalla crisi in Ucraina. Tuttavia, negli ultimi mesi si sta assistendo a una diminuzione generale dei prezzi delle materie prime.
“Anche se le quotazioni dei materiali si sono ridimensionate rispetto ai primi mesi dell’anno, il problema principale rimane il forte incremento dell’energia elettrica e del gas, oltre alla penuria di componenti elettronici e semilavorati che continua ad attanagliare il comparto, portando indeterminatezza sui tempi di consegna dei prodotti e sulla firma di nuovi contratti. Assistiamo anche in questi giorni a continui aumenti dei listini a cui vengono applicate addizionali legate alla componente energia”, le parole del vicepresidente di Anima Confindustria, Pietro Almici.
Come emerso dal sondaggio condotto da Anima e diffuso dalle aziende associate a fine settembre, circa la metà delle imprese segnala che i costi di produzione sono aumentati tra il 10% ed il 30%, rispetto al 2021. Sono state diverse le proposte arrivate alle istituzioni da Anima, che prevedono nuovi incentivi strutturali a favore delle aziende per calmierare i costi in bolletta, per incrementare gli investimenti al fine di aumentare l’efficientamento dei processi, per sostenere in Europa la produzione di componenti strategici per l’industria, e per tutelare l’export. Proprio dalle esportazioni passa la maggior parte degli introiti della meccanica italiana ed è quindi necessario intervenire in maniera ancora più decisa per sostenerlo.
Secondo le analisi di Achille Fornasini, docente all’Università di Brescia e coordinatore dell’osservatorio congiunturale di Anima: “I continui lockdown in Cina, la perdurante guerra in Ucraina, la crisi energetica europea e le politiche monetarie restrittive contribuiscono a rallentare l’economia mondiale, preannunciando una stagnazione che, in caso di peggioramento dell’attuale scenario, potrebbe mutarsi in una vera e propria recessione. In questo quadro occorre dunque monitorare attentamente il mutamento delle dinamiche dei prezzi e dei valori di mercato consolidatisi nel corso di un decennio. A partire dall’incremento esponenziale dei costi energetici, che a sua volta incide sulla crescita dei prezzi alla produzione con la conseguente trasmissione a valle degli aumenti lungo le catene del valore, compromettendo la redditività delle imprese. Come se ciò non bastasse, l’aumento dei tassi d’interesse delle banche centrali rischia non solo di frenare l’attività e gli investimenti delle imprese, ma anche di accelerare il rincaro degli approvvigionamenti di commodity quotate in dollari a causa dell’indebolimento dell’euro.”