L’ATTITUDINE AL FUTURO – INTERVISTA A ROBERTO TUNIOLI
Nell’ultimo numero di iFerr Magazine abbiamo intervistato Roberto Tunioli, AD del Gruppo Fervi. Abbiamo iniziato parlando della recente acquisizione della Rivit e abbiamo concluso con un interessante interrogativo “La Cina ci sta dicendo tutto?”.
iFerr: Cominciamo dalla recente acquisizione della Rivit. Cosa significa in termini di sviluppo per la Fervi?
R.T.: Significa una molteplicità di nuove opportunità per tutti gli stokeholder, per i fornitori perché ci saranno più acquisti e più solidità in quanto il nostro gruppo cresce del 70%, ma anche per i clienti perché abbiamo aggiunto 45mila articoli in portafoglio e poi maggiori risorse per investimenti in nuovi prodotti. Quindi diciamo che crescerà la capacità dell’azienda di essere sempre competitiva e di ricercare di immettere sul mercato nuove referenze e migliorare quelle esistenti.
Ci sono anche opportunità di crescita professionale per tutti i collaboratori perché possiamo offrire dei percorsi di carriera non più solamente all’interno dell’azienda singola ma all’interno del gruppo. In sintesi parliamo di 50 milioni di fatturato, 8 mila clienti in Italia e all’estero con sbocchi commerciali non indifferenti sia per quanto riguarda una finestra sul nord Africa verso il Marocco sia l’operation in India che ci porta a essere in uno dei teatri di sviluppo dei prossimi trent’anni che è il Far East, dove chiaramente Cina e India danno forma alla maggior parte delle opportunità.
iFerr: Cosa cambierà sul mercato questa operazione? Rispetto anche ai competitor…
R.T.: Risponderò dicendo quello che vorremmo cambiasse. Faccio una premessa: siamo il secondo paese manifatturiero di Europa, tra i primi dieci del mondo, abbiamo aziende leader mondiali che portano i prodotti in tutto il mondo ma per fare questi prodotti dipendiamo da multinazionali di tutti i paesi tranne che dall’Italia. In Italia non esiste un champions, mentre esistono decine se non centinaia di aziende tra i 5 e i 20milioni di euro che sono al servizio delle grosse imprese. In Italia non abbiamo ancora trovato la dignità e anche la forza di essere importanti perché siamo molto parcellizzati. Io credo che quando l’eccellenza si concentra in una sola realtà le cose possono sempre migliorare, funzionano ottimamente quando c’è un gruppo, un distretto a servizio delle Filiere. Quindi io auspico che tutti i miei concorrenti facciano gruppo. Quello che per me è molto importante è che si comincino a creare più distretti, che è poi quello che sta cercando di fare il gruppo Fervi da dieci anni: creare un gruppo che possa essere di servizio per le forniture industriali di tutte le aziende che lavorano sia che siano multinazionali sia che siano artigiane.
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