QUANDO LA FERRAMENTA È…DONNA!
Nell’ultimo numero di IFerr Magazine abbiamo parlato della Casa dell’Artigiano a Milano, al cui timone ci sono le sorelle Cristina e Silvia. Poco tempo fa c’era anche mamma Clara. Tre donne, dunque, che da oltre vent’anni, dalla scomparsa del fondatore Gian Mario, sono un punto di riferimento per artigiani e appassionati di fai da te.
Il dettagliante è un mestiere per uomini? Spesso lo è, ma non in via Fratelli Bronzetti 11 a Milano. Qui sorge la Casa dell’Artigiano gestita dalle sorelle Cristina e Silvia, affiancate fino a qualche anno fa da mamma Clara. In questo mondo fatto di tasselli, tubi, ottonami, punte, lubrificanti, viti e bulloneria di ogni genere, le due donne si aggirano tra gli scaffali sicure e sorridenti. Questa storia inizia il primo aprile del 1969 quando Gian Mario Galasso, il padre di Cristina e Silvia, apre in via Foldi a Milano, di fronte alla chiesa di Santa Maria del Suffragio – a poche centinaia di metri dal negozio attuale – la sua prima ferramenta. Si era fatto le ossa da giovane in un punto vendita storico in via Sottocorno 17 e aveva voglia di realizzare un progetto tutto suo. Un giorno viene chiamato per intervenire su una canna fumaria ostruita da un piccione di un appartamento nello Clara, la mamma di Silvia e Cristina, ai tempi in cui gestiva la ferramenta, nello stesso palazzo del suo negozio.
La proprietaria si chiama Clara ed è destinata a diventare sua moglie. Si sposano nel 1971 e dopo qualche anno la famiglia si allarga con l’arrivo di Cristina e di Silvia. Le bambine crescono in bottega, e mentre giocano “respirano il mestiere”, imparando le funzioni degli oggetti e l’importanza di una buona relazione con il cliente. Nel frattempo l’attività si trasferisce in via Bronzetti 11, dove la famiglia Galasso riesce ad acquistare uno spazio di circa 100 metri quadrati. Purtroppo Gian Mario si ammala gravemente ai polmoni e il timone passa alla moglie Clara che da sola manda avanti il negozio. “A quei tempi i nostri clienti erano soprattutto artigiani, operai e professionisti. Un mondo ancora più duro e maschile. La diffidenza verso una donna era più spiccata“.