L’ALLARME LANCIATO DALLE AZIENDE MECCANICHE: IL PERICOLO DI CHIUSURA È REALE
L’aumento dei costi di energia elettrica e gas, in aggiunta alla scarsa reperibilità di materie prime e componenti elettrici, sta influenzando pesantemente le imprese della meccanica: secondo il sondaggio di Anima Confindustria alle industrie associate, oltre la metà vede un calo dei profitti superiore al 10% ed è quindi necessario che il governo attui il prima possibile degli interventi strutturali. In caso contrario, come sottolineato dal presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli: “Per molte aziende della meccanica, il pericolo di un fermo della produzione o di una chiusura definitiva è reale”.
Tra le manovre richieste dalle imprese, un maggiore intervento del governo sulle politiche energetiche di transizione ecologica, anche in ottica di riduzione dalla dipendenza energetica. “Le aziende chiedono di diversificare gli approvvigionamenti – ha proseguito Nocivelli – continuando a incentivare fonti rinnovabili, produzione di idrogeno e biocombustibili, per alimentare un circolo virtuoso di efficienza e risparmio energetico che andrebbe a beneficio comune, dentro e fuori la filiera”.
Nonostante un quadro mondiale così critico, un fattore positivo è rappresentato dall’export dell’industria meccanica che rimane stabile, a dimostrazione del fatto che le imprese italiane resistono, rappresentando il prestigio del Made in Italy in tutto il mondo. A questo proposito, Anima Confindustria ha sviluppato un Manifesto della meccanica per il 2023, che verrà presentato il 21 ottobre all’evento “L’industria meccanica oggi per l’Italia di domani”, occasione nella quale verranno esposte una serie di proposte al mondo politico per fare in modo che l’export rimanga uno dei punti cardine delle politiche industriali.