UN’INDAGINE ASSOVERNICI MOSTRA L’IMPATTO DEI RINCARI SUL SETTORE
Il comparto pitture e vernici mostra segni di sofferenza a causa dei rincari che stanno gravando sulle aziende. Assovernici, l’associazione, che riunisce le principali aziende produttrici di vernici per edilizia e di vernici in polvere e liquide per l’industria, ha realizzato un’indagine tra i propri associati riscontrando che i bonus hanno avuto un impatto positivo solo per alcune imprese.
“È il preambolo di una chiusura d’anno frenata dall’incertezza sul futuro dei bonus, dalla crisi ai confini dell’Europa e dalla formazione di un nuovo governo”, ha commentato Giovanni Marsili, presidente di Assovernici, “tutti elementi che marcano una battuta d’arresto dei lavori edili e di conseguenza del nostro settore”.
Tra i dati più significativi, è emerso l’aumento fino al 30% dei costi di titanio, solventi e additivi, rincari che raggiungono il 50% per leganti a solvente e imballi, mentre i pallet superano il 50%. I costi di trasporto hanno invece registrato incrementi variabili tra il 15% e il 50%, in funzione dei vettori. Notevoli problematiche sono state riscontrate anche negli approvvigionamenti stessi, con circa l’86% degli intervistati che ha dichiarato difficoltà nel reperire gli additivi, il 66% il TiO2 e il 53% i pigmenti colorati e i solventi (53%). Grande impatto negativo, infine, arriva dai costi dell’energia, considerato che per oltre la metà degli associati gli effetti degli aumenti hanno già avuto ripercussioni sui costi di produzione.
Guardando al futuro: quali proposte per migliorare il meccanismo dei bonus? Con alcune differenze tra chi li considera determinanti e chi rilevanti, complessivamente per oltre l’86% sono prioritari: entità della detrazione fiscale almeno superiore al 60%, cessione del credito, applicazione dello sconto in fattura, finestra temporale ampia e coerente con gli obiettivi europei di abbattimento dei gas serra. Di vitale importanza anche l’introduzione di elementi di semplificazione burocratica. “Auspichiamo quindi, che le politiche di incentivazione siano più graduali e di lungo periodo e questo a tutto beneficio della qualità dei lavori eseguiti – conclude Marsili –. Infatti, la nostra preoccupazione è che nei prossimi anni si manifestino effetti negativi a causa di lavori non eseguiti a regola d’arte in questo euforico periodo, generando la necessità di nuovi interventi di restauro. Rinnovare le nostre città e migliorare l’efficienza termica delle nostre abitazioni ha oggi, più che nel passato, grande rilevanza per il nostro Paese e per il nostro ambiente, è quindi un peccato non portarlo a termine nei modi e nei tempi appropriati”.